sabato 7 gennaio 2012

LA SIRIA IN FIAMME

Ombre e spie dietro agli attentati di Damasco

In un paese blindato dalla censura si combatte una violenta lotta fra opposizioni e i militari fedeli ad Assad


WASHINGTON
- La prima strage il 23 dicembre davanti alla sede dei servizi segreti a Damasco. Ora un’altra esplosione, sempre nella capitale, attribuita ad un kamikaze. Due massacri che suscitano molti interrogativi sui presunti colpevoli. Le informazioni verificabili sono poche, dunque possiamo fare solo ipotesi.

TRE IPOTESI AL VAGLIO-1) Gli attentati sono opera di un’ala radicale dell’opposizione: in Siria e nei paesi vicini operano molti gruppi jihadisti. Hanno le capacità tecniche, dispongono di elementi pronti al martirio e conoscono bene il teatro operativo. Le principali formazioni dissidenti hanno preso le distanze dagli attacchi ma non hanno un controllo pieno ed effettivo su quanti si sono ribellati al clan Assad. 2) Gli attacchi fanno parte di una strategia del doppio binario varata dall’opposizione. Insieme alla lotta che si svolge ogni giorno nelle città e nei villaggi, si conduce una guerra clandestina, molto più violenta, che prevede anche attentati. In questo modo cercano di scuotere la comunità internazionale per ottenere un intervento diretto. 3) E’ una manovra degli 007 per dimostrare che gli avversari sono dei «terroristi». Damasco avrebbe anche «usato» le dichiarazioni del capo dell’Esercito libero siriano (composto da disertori e basato in Turchia) che due giorni fa ha annunciato azioni spettacolari. Altro aspetto: le bombe sono iniziate ad esplodere dopo l’arrivo nel paese degli osservatori della Lega araba. Venuti per verificare le atrocità compiute dal regime sono stati testimoni delle due stragi. Un blogger ha aggiunto: se davvero volevano colpire i simboli del potere avrebbero potuto attaccare una grande manifestazione pro-regime prevista per oggi a Damasco, invece hanno scelto un bersaglio più facile. 4) Probabilmente è solo una coincidenza. O forse qualcuno vuole sfruttare il clima di violenza. L’attacco del 23 è stato preceduto da un grande attentato qaedista in Iraq. Lo schema si è ripetuto: ieri più di 70 persone sono morte per una serie di esplosioni in città irachene, oggi si contano le vittime a Damasco.

Guido Olimpio

http://www.corriere.it/esteri/12_gennaio_06/olimpio-analisi-attentati_b94293c0-3862-11e1-86b7-c754a63c4545.shtml

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