domenica 10 aprile 2011

Iran, scintille con i Paesi arabi


La televisione di Stato iraniana ha accusato l'Arabia Saudita e la Giordania di avere organizzato le proteste in Siria insieme agli Usa e a Israele e di avere fornito anche armi all'opposizione. L'Iran ha espulso tre diplomatici del Kuwait in risposta ad un'analoga misura presa dal Paese arabi


Teheran, 10-04-2011

Quello che non ha potuto il programma nucleare iraniano sembrano poterlo fare le rivolte nella regione: il solco tra Teheran e i Paesi arabi vicini si approfondisce ogni giorno di piu', con scambi durissimi di accuse e guerre diplomatiche. L'ultimo sviluppo e' l'espulsione da parte dell'Iran di tre diplomatici del Kuwait, per ritorsione ad un'analoga iniziativa presa a fine marzo dall'Emirato, che aveva denunciato l'organizzazione di una rete di spionaggio sul proprio territorio agli ordini della Repubblica islamica. Nel frattempo la televisione di Stato iraniana lancia accuse di fuoco all'Arabia Saudita e alla Giordania, affermando che le proteste e le violenze in Siria - alleato di ferro di Teheran in funzione anti-israeliana - sono fomentate proprio da Riad e Amman.

Le relazioni non sono mai state facili tra la Repubblica islamica iraniana, fondata dopo la rivoluzione del 1979 con un governo religioso sciita e che ha nell'anti-americanismo uno dei suoi pilastri, e i Paesi arabi di tradizione sunnita alleati di Washington. Un discorso che vale per le monarchie che si affacciano sull'altra sponda del Golfo, prima fra tutte l'Arabia Saudita, ma anche per Paesi piu' lontani che con Israele hanno avviato un processo di pace: la Giordania dei sovrani Hashemiti e, fino a ieri, l'Egitto del deposto presidente Hosni Mubarak. I progressi nel programma nucleare iraniano non hanno potuto che far aumentare i timori e le diffidenze dei vicini arabi.

Sul finire dello scorso anno Wikileaks scrisse che l'Arabia Saudita e altri Paesi arabi del Golfo sarebbero stati preoccupati al punto da spingere segretamente per un attacco militare degli Usa contro la Repubblica islamica. Se le rivelazioni non hanno avuto conseguenze a livello ufficiale, a far venire alla luce del sole in tutta la loro gravita' i contrasti sono state le sollevazioni popolari in Medio Oriente e Nord Africa. In particolare con le accuse dei Paesi arabi a Teheran di sostenere la rivolta in Bahrein - dove la maggioranza della popolazione e' sciita - e la condanna iraniana dell'intervento delle truppe saudite per riportare la calma nel piccolo Stato-arcipelago.

A tutto questo si e' sovrapposto lo scontro diplomatico con il Kuwait, dove il mese scorso tre persone - due iraniani e un kuwaitiano - sono state condannate a morte per spionaggio in favore di Teheran. I tre diplomatici successivamente espulsi erano accusati di avere avuto relazioni con questa rete di spionaggio. Da qui la rappresaglia annunciata oggi dall'Iran. Ma forse a dare ancor meglio l'idea della gravita' della crisi e' il commento odierno della televisione iraniana in inglese PressTv che accusa Arabia Saudita, Giordania - e in parte il primo ministro libanese uscente Saad Hariri - di avere organizzato con gli Usa le proteste e le violenze in Siria.

A "dirigere" l'operazione, aggiunge l'emittente di Stato di Teheran, e' l'ex vice presidente siriano Abdul Halim Khaddam, che si dimise nel 2005 accusando il regime di Bashar al-Assad di essere implicato nell'assassinio in quell'anno a Beirut dell'ex primo ministro libanese Rafik Hariri, padre di Saad. Secondo PressTv, il complotto mirerebbe a provocare "la caduta dell'asse Teheran-Damasco-Beirut" e "l'eliminazione della resistenza libanese", cioe' le milizie sciite libanesi di Hezbollah, sostenute dalla Siria e dall'Iran, che rappresentano una delle maggiori minacce per Israele.

http://www.rainews24.rai.it/it/news.php?newsid=151774

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