martedì 16 agosto 2011

Quarto giorno di fuoco a Latakia Raid notturni, almeno 30 morti

La cittadina costiera ancora sotto assedio. Sale il numero delle vittime. In alcune zone interrotte comunicazioni ed elettricità. Testimoni: "Si sentono esplosioni nei pressi del campo profughi di Raml", da dove sono fuggiti 5mila palestinesi. Duro monito del ministro degli Esteri turco: "E' l'ultimo avvertimento"

AMMAN - Non si ferma l'assedio del regime a Latakia. Il quarto giorno si è illuminato dopo i raid notturni durante i quali, secondo gli attivisti, ci sono state altre vittime e il bilancio è salito così a trenta morti compresi 4 palestinesi uccisi mentre tentavano la fuga dalla zona di Raml al Janubi. Tra questi c'era anche una donna. Secondo testimoni si sentono ancora "colpi di arma pesante e esplosioni nei pressi del campo profughi di Raml", da dove ieri sono fuggiti oltre 5mila palestinesi. In mattinata i tank dell'esercito siriano hanno aperto nuovamente 1il fuoco sulla cittadina del Mediterraneo, ieri pesantemente bombardata anche dal mare.

L'esodo dal campo profughi. Alcuni dei rifugiati di Latakia sono stati costretti dalle bombe ad abbandonare il campo su richiesta dell'esercito siriano, mentre altri se ne sono andati spontaneamente temendo per la propria vita, come ha spiegato il portavoce dell'Unrwa Christopher Gunness alla Cnn. "Stiamo chiedendo al governo siriano di poter incontrare i palestinesi, il loro benessere è una nostra responsabilità - ha detto Gunness -. Dobbiamo essere là per verificare cosa sta accadendo". "La tragedia di Raml al Janubi prosegue da ieri", ha denunciato il Coordinamento locale dei comitati
in Siria in un comunicato diffuso oggi. Secondo il gruppo dell'opposizione siriana dall'inizio della rivolta contro Assad a metà marzo, sono 2.545 le persone uccise, la cui maggior parte è composta da civili, mentre 391 sono agenti della sicurezza.

Vietato l'ingresso a organizzazioni umanitarie.
Le autorità siriane si rifiutano di concedere l'accesso al campo profughi di Latakia alle organizzazioni umanitarie. Lo ha denunciato Yasser Abed Rabbo, membro dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina. "Il campo è sotto pesanti bombardamenti da ieri" e le autorità non consentono all'agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite (Unrwa) di entrare nel campo, ha detto Abed Rabbo che, accusando il governo del presidente siriano Bashar al-Assad di essere "anarchico", ha aggiunto che le forze siriane "uccidono il loro popolo, opprimono e bombardano". Zakareya Al-Agha, responsabile degli affari dei rifugiati all'interno dell'Olp, ha detto che decine di palestinesi nel campo sono stati uccisi o feriti. Non ci sono contatti tra la leadership palestinese e le autorità siriane, ha spiegato Al-Agha alla radio 'Voice of Palestine' senza spiegare i motivi.

Scontri al confine con il Libano
. Attivisti contattati dalla capitale siriana hanno poi raccontato che nella zona di Saliba, a Latakia, sono state interrotte le comunicazioni e l'elettricità. Ma è stata la zona di Simakayeh la più presa di mira durante questa notte quando l'esercito siriano ha intensificato le sue azioni repressive nei confronti dei manifestanti anti regime di Bashar al-Assad. Secondo gli attivisti ci sono esplosioni e scontri a fuoco alla frontiera settentrionale con il Libano. "Si è avvertito un pesante bombardamento dall'altra parte della frontiera perché Simakayeh è molto vicina al Libano", ha detto Omar Idlibi. Una fonte della sicurezza libanese ha poi aggiunto che guardie di frontiera hanno arrestato diverse famiglie a Simakayeh mentre tentavano di entrare nel nord del Libano dopo la mezzanotte. Citando attivisti a Damasco, inoltre, Idilbi ha denunciato che le forze di sicurezza hanno compiuto arresti di massa nel quartiere di Moadamiya, a Damasco.

L'ultimatum turco. Il ministro turco degli affari Esteri, Ahmet Davutoglu, ha esortato la Siria a porre fine "immediatamente e senza condizioni" alle operazioni militari contro i manifestanti. In un'ultima telefonata all'omologo ministro degli Esteri siriano Velid El Muallim, Davutogluha rivolto il suo monito: "Se le operazioni non finiranno - ha dichiarato - non ci sarà null'altro da dire in merito alle misure che potrebbero essere intraprese". Anche l'Anp, autorità palestinese, ha chiesto al governo di Damasco di garantire la sicurezza dei profughi palestinesi. Da Washington il portavoce della Casa Bianca John Carney ha dichiarato che il presidente Bashar Al-Assad deve "interrompere le violenze sistematiche, gli arresti di massa e l'uccisione senza senso e fuori ogni tipo di legge della propria popolazione".

La zona cuscinetto. Secondo quanto riporta la Cnn Turk, la Turchia sarebbe intenzionata a creare una zona cuscinetto al confine con la Siria. A giugno il quotidiano Hurriyet citava una fonte vicina al dossier, secondo la quale l'obiettivo della creazione di una zona cuscinetto in territorio siriano era quello di accogliere le molte persone in fuga dalle violenze in corso in Siria. Ma il numero dei siriani rifugiati in Turchia è calato. All'epoca si parlava di oltre diecimila persone, adesso sarebbero circa settemila.

http://www.repubblica.it/esteri/2011/08/16/news/siria_quarto-giorno_assedio-20493453/

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