lunedì 21 marzo 2011

La Lega araba e l'Unione africana contro gli attacchi: no alle bombe

ROMA - A poco più di 24 ore dall'inizio dei bombardamenti sulla Libia, prime crepe nell'alleanza anti-Gheddafi. Lega araba e Unione africana esprimono critiche e distinguo rispetto agli attacchi di Francia, Usa e Gran Bretagna.

I raid aerei internazionali non sono quello che avevamo chiesto e cioè l'imposizione di una no fly zone a protezione dei civili: la presa di distanza è venuta da Amr Mussa, segretario generale della Lega Araba, lo stesso organismo che poco più di una settimana fa ha dato il suo via libera a una no fly zone. Mussa ha reso noto di avere avviato contatti con i paesi arabi per convocare una nuova riunione straordinaria dedicata alla crisi libica. Fonti della Lega hanno fatto sapere che la decisione verrà presa anche alla luce di due colloqui che Mussa avrà nella giornata di domani, il primo col segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon e il secondo col ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, entrambi in visita al Cairo da questa sera.

Lo «stop immediato a tutte le ostilità» è stato chiesto dal comitato dell'Unione africana sulla Libia che avrebbe dovuto compiere una missione oggi a Tripoli ma non ha ricevuto l'autorizzazione chiesta alla comunità internazionale. L'Unione africana ha chiesto, per il 25 marzo ad Addis Abeba, una riunione congiunta con la stessa Lega Araba, l'Ue, l'Onu e l'Oci (l'Organizzazione della Conferenza islamica).

La risoluzione della Lega araba del 12 marzo, con l'opposizione solo dell'Algeria e della Siria,
aveva spianato la strada a quella del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Ma per Mussa l'intervento militare iniziato ieri sera è ben lontano da quello che i paesi arabi avevano in mente, anche se sembra che due di loro, Emirati arabi e Qatar, parteciperanno all'operazione Odissey Dawn.

Le critiche provenienti dal Cairo sono state respinte dagli Usa, secondo i quali l'azione militare in Libia ha la copertura della risoluzione Onu nella quale, ha detto una fonte dell'amministrazione Obama, si fa riferimento a tutte le misure necessarie per proteggere i civili, andando quindi oltre la no fly zone. Sulla stessa linea la Francia, che ha spiegato di applicare «pienamente e unicamente» la risoluzione 1973 delle Nazioni unite.

http://www.ilmessaggero.it/articolo_app.php?id=37217&sez=HOME_NELMONDO&npl=&desc_sez=

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