di Emanuel Baroz
L’azione rivendicata dalle brigate Al Aqsa. condanna del governo di Israele e dell’Onu
Cisgiordania, uccisa una coppia e tre dei loro figli: soppressi nel sonno con una coltellata alla gola
Gerusalemme, 12 Marzo 2011 – Una famiglia di coloni israeliani è stata sterminata la scorsa notte nell’insediamento ebraico di Itamar, nella Cisgiordania settentrionale. Secondo gli investigatori l’assassino (non è ancora certo se si sia trattato di un solo individuo o di più persone) è entrato in un’abitazione, ha pugnalato al collo i genitori che erano immersi nel sonno e poi con la medesima tecnica ha ucciso anche tre dei loro figli – di 11 anni, 3 anni e tre mesi – che dormivano in una stanza vicina. Nell’abitazione c’erano altri due figli, che non sono stati notati dall’assalitore (o dagli assalitori).
LA RIVENDICAZIONE – L’azione è stata rivendicata dalla Brigata dei martiri di al Aqsa, braccio armato di Fatah (i cosidetti moderati interlocutori per la pace….). Un volantino spiega che «questa operazione eroica è parte della naturale risposta ai massacri dell’occupazione fascista contro il nostro popolo in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza» si legge. E ancora: «Vogliamo dire ai criminali dell’occupazione che i loro crimini non resteranno impuniti». In precedenza il massacro era stato condannato dal primo ministro palestinese Salam Fayyad: «Non vi devono essere dubbi su da che parte stiamo di fronte alla violenza – ha dichiarato -. La respingiamo e la condanniamo sempre. Condanno la violenza contro la famiglia dei coloni esattamente come ho condannato prima quella contro il mio popolo». Secondo le primi indagini vi è stato un malfunzionamento del sistema di allarme di Itamar, che ha registrato soltanto un contatto e non una breccia nella barriera esterna di difesa. Di conseguenza non è scattato il segnale di allarme che avrebbe dovuto avvertire le guardie dell’insediamento.
«SCENE AGGHIACCIANTI» -«Abbiamo visto scene agghiaccianti» hanno detto i membri di una squadra di soccorso entrati nell’appartamento. I genitori, quarantenni, giacevano esanimi nella loro stanza, in un bagno di sangue. Nella stanza dei bambini, il piccolo di tre anni aveva ancora polso all’arrivo dei paramedici, ma gli intensi sforzi di rianimazione si sono rivelati vani. Sul pavimento erano sparsi i loro giocattoli, intrisi di sangue. Per tutta la nottata l’esercito israeliano ha condotto ricerche a tappeto nei villaggi palestinesi della zona, ma senza esito. Da parte palestinese non è giunta finora alcuna rivendicazione e anche l’Autorità nazionale palestinese mantiene il silenzio, in attesa di conoscere maggiori dettagli. La strage è avvenuta verso le dieci di sera, ora locale. Ma l’allarme è stato dato solo tre ore dopo, quando la figlia maggiore dei coniugi, 12 anni, è tornata casa dopo aver visitato amici. In quel lasso di tempo l’attentatore sarebbe riuscito a dileguarsi in direzione di Nablus.
PROTESTA ALL’ONU – Il ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman ha ordinato alla propria delegazione all’Onu di avanzare un protesta formale per l’episodio. In un comunicato alla stampa Lieberman ha anche polemizzato con l’Autorità nazionale palestinese che non ha condannato subito la strage. «Ciò mette in luce – secondo Lieberman – il carattere e la vera natura di quelli che dovrebbero essere i nostri partner di pace». In ogni caso l’Onu, tramite il proprio rappresentante per il Medio Oriente, Robert Serry, ha condannato l’accaduto, spiegando che «non ci può essere giustificazione ad atrocità simili che sono l’effetto degli estremismi che si oppongono alla pace».
«NON RESTEREMO INERTI» – Il premier Benyamin Netanyahu ha invece assicurato che «non rimarremo inerti»: «È uno spregevole assassinio di un’intera famiglia innocente, genitori, figli, un neonato, che stavano dormendo nella loro casa nella notte del sabbath». «Israele non rimarrà inerte, agiremo con vigore per salvaguardare la vita dei cittadini d’Israele e punire gli assassini». Netanyahu ha poi chiesto la collaborazione dell’Autoritá nazionale palestinese per catturare i responsabili. Per tutta la notte il premier Benyamin Netanyahu e il ministro della difesa Ehud Barak si sono consultati per esaminare le possibili ripercussioni dell’attentato, il più grave degli ultimi anni. In particolare si temono azioni di ritorsione da parte di coloni estremisti, che potrebbero destabilizzare ulteriormente la già grave situazione.
Corriere.it
http://www.focusonisrael.org/2011/03/12/coloni-israeliani-cisgiordania-itamar-massacro-terrorismo-palestinese/
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