Il segretario generale dell'Onu: "Azione Usa può scatenare altre
violenze". Ma il presidente continua il pressing sui parlamentari per
ottenere il via libera a un intervento "mirato". Il leader repubblicano
della Camera Boehner lo appoggia. Audizione di Kerry al Senato: "Armi
chimiche sono state usate, e le ha usate il regime di Assad", "Obama non
vi chiede di andare in guerra". Israele, esercitazione missilistica nel
Mediterraneo
NEW YORK - L'ipotesi di un raid americano sulla Siria
allarma l'Onu, che parla di rischio di "violenze maggiori". E il
segretario Ban ki-Moon frena i piani della Casa Bianca, impegnata in
queste ore a raccogliere i consensi del Congresso a un intervento
armato. Ban riconosce che "se le armi chimiche sono state usate in Siria
il Consiglio di Sicurezza deve mostrare unità e decidere misure", ma
solo il consiglio di Sicurezza può legittimare l'uso della forza: "Come
ho già ripetuto dobbiamo passare attraverso il consiglio di sicurezza,
l'uso della forza può essere fatto all'interno della legge solo per
legittima difesa in base all'articolo 51 della carta delle Nazioni unite
o quando il Consiglio di sicurezza approva tale azione".
La Casa Bianca in pressing sul Congresso.
Barack Obama oggi ha chiesto al Congresso un voto in tempi rapidi per
dare il via libera al raid in Siria e si è detto fiducioso di una
decisione favorevole. "Non è l'Iraq, non è l'Afghanistan. Stiamo
parlando di un raid limitato, proporzionato, che è un messaggio non solo
ad Assad, ma anche ad altri che potrebbero pensare di usare armi
chimiche anche in futuro", ha spiegato Obama.
Il segretario di Stato
John Kerry, comparendo di fronte alla commissione Esteri del Senato ha
difeso con forza il piano: "Gli Usa non saranno spettatori di un
massacro", e si è detto certo che in Siria "armi chimiche sono state
usate, e le ha usate il regime di Assad". Convinzione stavolta basata su
informazioni certe, assicura Kerry che volutamente cita il precedente
disastroso di Colin Powell e le finte prove sulle armi chimiche di
Saddam Hussein: "Siamo molto sensibili all'uso dell'intelligence nel
chiedervi un voto", ha detto. Ma il raid, ha aggiunto Kerry, non sarà
una replica dell'incubo iracheno: "Il presidente non ci sta chiedendo di
andare in guerra". Anche se, ha aggiunto, la risoluzione davanti al
Congresso non sarà formulata in modo da impedire l'ipotesi dell'utilizzo
di truppe in caso di "implosione" del Paese. La sua audizione è stata
interrotta brevemente dalla protesta anti-guerra di un militante.
Oggi dal Congresso Obama incassa un primo appoggio importante, quello
dello speaker della Camera, il repubblicano John Boehner: "È necessario
rispondere all'attacco con armi chimiche in Siria: solo gli Stati Uniti
hanno la capacita di fermare Assad", ha detto dopo aver incontrato il
presidente. E sulla stessa linea c'è il leader della maggioranza
repubblicana alla Camera, Eric Cantor, che ha annunciato di aver deciso
di sostenere la richiesta del presidente: ''Intendo votare per fornire
al presidente degli Stati Uniti l'opzione di usare la forza militare in
Siria'', ha affermato in un comunicato. Ed è quasi certa che il
Congresso non negherà l'ok all'intervento la leader dei democratici alla
Camera Usa, Nancy Pelosi, che ha aggiunto che la gente ha bisogno di
saperne di più sulle informazioni che hanno spinto l'amministrazione
Obama a concludere che Assad abbia ucciso centinaia di suoi cittadini
utilizzando sostanze chimiche. Secondo l'ultimo sondaggio Washington
Post-Abc, il 59% degli americani è contrario all'intervento.
Francia annuncia riunione europea.
Intanto, il presidente della Repubblica, François Hollande, ha spiegato
che se il Congresso americano voterà contro l'intervento in Siria, la
Francia non interverrà da sola e ha annunciato una riunione europea "nei
prossimi giorni", senza dubbio durante il G20 di San Pietroburgo in
Russia.
Israele: "Effettuati test missilistici con Usa".
Dichiarazioni quelle del presidente degli Stati Uniti che seguono di
poco l'annuncio di Israele di avere effettuato nel Mediterraneo un test
missilistico congiunto con gli Usa. Il ministero della Difesa ha
spiegato che alle 6,15 Gmt, le 8,15 italiane, sono stati effettuati
lanci da una base dell'aviazione nel centro di Israele per testare i
sistemi anti-missile. La dichiarazione chiarisce il giallo dei due
"oggetti balistici" lanciati nel Mediterraneo orientale rivelati da
radar russi. I media israeliani hanno riferito che il test sarebbe
consistito nel lancio di missili Ankor Kahol, vettori realizzati da
Israele a imitazione dei missili Shahab iraniani. Quindi il test serviva
a provare il sistema di difesa anti-missile Hetz, già sperimentato
nell'Oceano Pacifico, nel caso di un attacco da parte di Teheran.
Notizia qualche ora dopo dal Dipartimento della Difesa Usa che ha
confermato di "aver fornito assistenza tecnica e sostegno" al Ministero
della Difesa israeliano per condurre un "test di difesa missilistica"
sul Mediterraneo, che era previsto da molto tempo.
Questa
mattina, dopo la notizia del lancio da parte dei russi, Israele aveva
fatto sapere in un primo momento di non avere riscontri. Fonti della
sicurezza siriana avevano poi confermato che nessun missile era caduto
sul territorio siriano. Poco dopo l'ambasciata russa ha dichiarato che
non c'erano segnali di un attacco missilistico o di esplosioni nell'area
di Damasco.
Russia: "Ribelli dietro attacco chimico".
La tensione sulla questione siriana resta alta. Il capo dei medici
legali di Aleppo ha disertato dal regime di Assad. Lo afferma
l'opposizione siriana, affermando che ha le prove del coinvolgimento del
regime nel presunto attacco chimico su Aleppo di marzo. Mosca ha fatto
sapere di avere le prove dell'uso di armi chimiche da parte dei ribelli
siriani nell'attacco chimico del 21 agosto a est di Damasco. Lo sostiene
l'ambasciatore siriano a Mosca, Riad Haddad, che dice: "Tutte le prove e
gli elementi dimostrano che sono stati i gruppi armati dell'opposizione
ad usare armi chimiche in quell'attacco". Fra queste ci sono
"fotografie in cui sono visibili il luogo e l'orario del lancio del
razzo".
Nuovi tweet di Papa Francesco. Il
pontefice ha pubblicato nuovo tweet sul conflitto: "'Vogliamo che in
questa nostra società, dilaniata da divisioni e da conflitti, scoppi la
pace", ha scritto stamani sul social network, mentre in serata ha
condannato con fermezza l'uso di armi chimiche.
La Santa Sede ha fatto sapere che sabato, dalle ore 19 alle 23, sul
sagrato della Basilica di San Pietro, Bergoglio presiederà una veglia
di preghiera in occasione della giornata di digiuno e preghiera per la
pace da lui indetta in tutta la chiesa cattolica.
Intanto 250 ong arabe hanno scritto a Obama e Putin perché si cerchi di raggiungere la pace in Siria.
Bersani: "Nessun intervento fuori quadro Onu". "Credo
che la posizione del governo italiano sia giusta: non facciamo niente
se non nel quadro dell'Onu e anche in quel caso dobbiamo discuterne in
Parlamento". L'ex segretario del Pd, Pierluigi Bersani, alla festa del
partito a Genova, esprime così la sua posizione sulla crisi siriana. "La
situazione è pericolosa - ha aggiunto - perché la Siria non è la Libia,
è un crocevia di interessi e tensioni. Assad ha superato ogni limite,
tuttavia se non c'è una condizione di base che sta nella capacità
dell'opposizione di darsi un profilo unitario, credibile e rassicurante
per il futuro, soluzioni non ce ne sono. Ogni intervento rischia di
essere troppo, perché provoca vittime e troppo poco perché non risolve
la situazione. Serve uno sforzo politico" internazionale "per trovare argomenti credibili per la Russia e l'Iran".
Anche ministri Mauro e D'Alia aderiscono a digiuno.
Dopo l'annuncio di ieri del ministro degli Esteri, Emma Bonino, oggi
anche il ministro della Difesa, Mario Mauro, quello Pubblica
Amministrazione e la Semplificazione, Gianpiero D'Alia, e Federica
Pellegrini hanno detto che parteciperanno al digiuno indetto dal Papa
per la Siria.